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Il Poeta a Firenze

Il Poeta a Firenze

Nel 1806 Foscolo è a Firenze. E' deluso da Napoleone che, giunto in Italia da liberatore, col Trattato di Campoformio (1797) e con la sua incoronazione ad Imperatore dei Francesi (1804) ha gettato la maschera e si è manifestato quale era veramente: un conquistatore senza scrupoli.
Profondamente amareggiato, Foscolo cammina sulle rive dell'Arno e ripensa alla discussione avuta con l'amico, l'intellettuale I. Pindemonte, su una questione che in quel periodo era molto attuale.
Tre anni prima, infatti, era stata emanata una legge, "l'editto di Saint Cloud", che vietava l'inumazione dei cadaveri nelle chiese e, in generale, all'interno delle mura cittadine. Si trattava di una legge di ispirazione illuminista e aveva un senso igienico e simbolico: tra l'altro, vietava che vi fossero lapidi diseguali per imponenza. Ma era una legge francese, molto lontana da quello che invece era lo spirito italiano il quale aveva da sempre badato molto alla questione delle memorie.
Camminando per Firenze, dunque, un pomeriggio, Foscolo arriva presso Santa Croce, che si trova a poca sitanza dalla riva dell'Arno, in direzione sud. Entra nella chiesa e di fronte a quei sepolcri, tanto importanti per la cultura italiana, nonostante le proprie convincioni materialistiche, rispetto alla discussione avuta con l'amico Pindemonte, cambia idea.